Questo cedro del Libano visibile lungo l'autostrada del nord, non lontano dall'aeroporto, faceva parte delparco del castello antico da Roissy-en-France.

Plan du de l'ancien château de Roissy et de ses jardins au 18ème siècle.
litografia di Georges Louis Le Rouge, n°9 “Parc de Roissy”, Archivio municipale di Roissy-en-France, digitalizzazione RDVA

La leggenda narra che il botanico Bernard de Jussieu avrebbe riportato le piante durante un viaggio in Inghilterra. Fu intorno al 1760 che Victor-Maurice de Riquet, conte di Caraman e proprietario del castello di Roissy, li fece piantare. I Caraman, famiglia di ingegneri e soldati a cui si deve il progetto del Canal du Midi, acquisirono la signoria di Roissy in 1725. Dal 1764 Victor-Maurice trasformò i giardini del castello in un parco paesaggistico, ispirando Maria Antonietta per il suo Petit-Trianon a Versailles.


Scavi archeologici e planimetrie d'archivio permettono di conoscere l'evoluzione del parco del castello nei secoli XVII e XVIII. Così, gli archeologi hanno portato alla luce in particolare parte del sistema di approvvigionamento idrico dei giardini di Roissy, presentato al Museo ARCHÉA, al Louvre.

Due cedri isolati sono le uniche vestigia di questo giardino composito, tra tradizione inglese e francese.
Sarebbero stati protetti dal massacro da Georges Pompidou, allora Primo Ministro, durante lo scouting del tracciato dell'autostrada nel 1960. Vengono etichettati alberi notevoli.

Les deux cèdres du Liban de Roissy et 7 soldats posant devant pendant la première guerre mondiale
Cartolina, n°94, ND, Classeur 2, Archivio municipale di Roissy-en-France, digitalizzazione di RDVA

Per ammirare il cedro, non esitate a salire al 6° piano del Suites Novotel, la finestra in fondo al corridoio vi offrirà una vista mozzafiato su questo albero "preferito" a Roissy-en-France, o ad ammirare il trecentenario del cedro situato nel cuore del parco.

Le grand cèdre du Liban vu depuis le village.
Il grande cedro del Libano a Roissy

Tutti i diritti riservati. I testi sono scritti da Henri HOUMAIRE 

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